Tre tappe nel "Carrasegare", il Carnevale sardo

Il Carnevale in Sardegna, nelle sue molteplici manifestazioni, rievoca antichi riti e simbologie legati alla richiesta dell'acqua e della fertilità dei campi. In questa chiave, le feste del Carnevale sono un' elaborazione del culto di Dioniso, introdotto in Sardegna tramite le migrazioni micenee e greche. Nato dalla relazione adulterina tra Zeus e Semèle, cresciuto nei boschi, vestito di pelli di capra, Dioniso è un dio pluviale protettore dei raccolti. Veniva raffigurato in vario modo e venerato anche nella forma di un dio bambino. Il suo culto era legato alla nascita, alla morte e alla rinascita, eventi del ciclo delle stagioni.

 I festeggiamenti sull'isola cominciano la notte tra il 16 e il 17 gennaio, con le celebrazioni per S. Antonio. Quest'anno 2017 si entra nel vivo tra Giovedì grasso 23 e Martedì grasso 28 febbraio.

Impossibile seguire tutti gli eventi che si svolgeranno. Di seguito proponiamo tre feste, tre tappe, disegnando un itinerario che comincia sulla costa nord-ovest, nella sub-regione della Planargia, passa per la pianura del Campidano e arriva al cuore dell'isola, la Barbagia.

Dal 16 al 28 febbraio, "Carrasegare Osincu" a Bosa: carnevale dissacrante vissuto all'insegna dei gozzovigli e del divertimento che culmina e termina il Martedì grasso 28 febbraio nel "S'Attitidu", lamento funebre parodistico per il Carnevale che sta morendo.

Domenica 26 e martedì 28 febbraio, "Sa Sartiglia" a Oristano: una giostra equestre, una corsa alla stella, sviluppata durante la dominazione spagnola. "Su componidori" è il protagonista della festa, un cavaliere che veste una maschera androgina e un costume che gli viene cucito addosso, un semi-dio dalla cui destrezza dipenderà l'abbondanza del raccolto.

Da domenica 26 a martedì 28 febbraio, "Mamuthones e Issohadores" a Mamoiada: una danza lenta che contrappone due maschere, quella nera dei dodici "Mamuthones", vestiti di pelli e campanacci per un peso di quasi 30 kg (che fanno risuonare ad ogni balzo) e quella bianca degli otto "Issohadores", con costumi sul rosso e bianco, muniti di lacci con i quali procurano auspici di fertilità e buon lavoro. Uno dei carnevali più cupi e suggestivi dell'isola.

Dove sostare con il camper per essere il più vicino ai luoghi delle feste:

Bosa (OR): area sosta parcheggio comunale (piazzale prima di ponte vecchio);

Oristano: area sosta nel piazzale adiacente a via Petri e area sosta in viale Repubblica;

Mamoiada (NU): agricampeggio Badu Orgolesu, corso Vittorio Emanuele 11.

Per una lettura sul rapporto tra riti dionisiaci e carnevale sardo: Dolores Turchi, "Maschere, miti e feste della Sardegna", Newton Compton Editori, 1990.

Le foto pubblicate sono dell'amico fotografo e camperista Ettore Cavalli http://www.ettorecavalli.it/home/